Corsi Difesa Personale Arti Marziali 8 Dragoni Parma
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Difesa personale

8 DRAGONI
PROGRAMMA

Il programma dei corsi di autodifesa, difesa personale della scuola di Arti Marziali, Kung Fu, Tai Chi “8 Dragoni” di Parma è realizzato utilizzando in parte tecniche derivate dal Kung Fu e da altri stili di combattimento, quali Thai Boxe, MMA, Yi Quan, tenendo conto delle esigenze di avere un modo semplice ed efficace per difendersi, applicabile a qualsiasi contesto di “aggressione subita”.

Quindi in un contesto che non prevede regole o limiti.

Sebbene si dica che Arte marziale sia uguale a difesa personale ciò. Non è proprio così,   vediamo alcune cose da tener presente affinchè una qualsiasi pratica di “arti marziali” possa trasformarsi nella capacità di difesa personale.

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1. Le posizioni tradizionali sono un allenamento

Fare “forme tradizionali” di kung fu, karate, aikido o altri stili, implica studiare lo stile e di conseguenza eseguire delle tecniche in posizioni tradizionali. Tali posizioni sono faticose ed allenanti e servono per potenziare la muscolatura, la scioltezza e la capacità di tenere la fatica. In un contesto di “combattimento reale” la postura deve adeguarsi e cambiare, le gambe devono proteggere la parte del corpo che va dalla zona genitale ai piedi mantenendo il corpo in equilibrio durante il combattimento. Il peso è sostenuto di piu’ dalla gamba posteriore. E’ fuori luogo che allenare le posizioni “tradizionali” permette di fortificare i muscoli e rende la posizione di guardia stabile.

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2. Parare e bloccare i colpi non serve

Non significa che non si devono bloccare i colpi che arrivano, ma è necessario che i movimenti che intercettano i colpi degli avversari siano insieme tecniche che si possono definire anche di attacco. In questo senso le parate fini a se stesse non servono. La tecnica dovra’ comporsi di una simultaneità di attacco e difesa. Può esistere un arte marziale di sola difesa? Come farò a difendermi se non colpisco l’avversario?

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3. La durata dello scontro

Una situazione reale di combattimento dura pochi secondi. In questo tempo dovremmo neutralizzare l’avversario ed allontanarci dalla situazione di pericolo. È pericoloso credere di avere il tempo di analizzare razionalmente un colpo avversario, decidendo la contro-tecnica e infine eseguirla in modo che vada a segno definitivamente, considerando l’adrenalina in circolo ed avendo una lucidità difficile da mantenere in questi casi. Al pericolo bisogna essere in grado di agire istintivamente, in modo rapido e automatico, in pratica senza pensare. Questa abilità si acquisisce solo con tanta pratica nella simulazione realistica di situazioni pericolose.

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4. L’avversario si muove

Spesso le tecniche all’interno delle forme vengono mostrate anche nella loro applicazione reale. Frequentemente cio’ accade con movimenti che risultano impossibili da applicare ad una velocità reale. In una situazione quale una rissa, adrenalinica e con poca lucidità, il nostro avversario eseguirà azioni veloci, rapide e dirette. In questo caso una parata o colpi ampi e rindondanti saranno controproducenti, si dovrà invece optare, se ne avremo il tempo, per piccole tecniche di difesa e attacco che ci consentano di levarci subito d’impaccio ed allontanarci. Ciò che si applica è il principio sul quale si basa la tecnica.

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5. Gli angoli sono la differenza

Nelle forme i movimenti devono essere precisi ed assumono grande importanza.

In particolare, la posizione delle mani, dei gomiti, delle ginocchia e dei piedi. Tale attenzione è fondamentale nell’applicazione reale. Lo stesso movimento eseguito con due angoli differenti ha effetti completamente opposti. Ci sono tecniche che risultano utili se eseguite con un certo angolo del gomito, della spalla, delle anche e della gambe, ma che diventano inefficaci se viene modificato anche una sola inclinazione di un arto. Bisognerebbe studiare le tecniche prima, se si desidera comprendere l’applicabilità dei movimenti poi.

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6. Trovarsi al centro

Quando ci si scontra con avversario bisogna stargli davanti. Questa facile considerazione è spesso dimenticata quando, nel fare una tecnica ci si sposta e i movimenti ci portano in una posizione decentrata rispetto all’avversario perdendo in questo modo la direzione dei colpi più vantaggiosa. Data la giusta importanza agli angoli, bisogna essere consci che spostando il proprio centro cambiano tutte le possibili angolazioni di attacco e difesa rispetto alla posizione del rivale.

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7. Bloccare un pugno è di fatto quasi impossibile

Un pugno eseguito a velocità reale di attacco è impossibile da bloccare afferrandolo. Le tecniche delle forme che prevedono prese al polso o ad un braccio non vanno eseguite pensando ad un pugno da afferrare. I pugni vanno intercettati colpendo, quando le braccia saranno a contatto con il corpo del nemico si potrà poi eventualmente lavorare con le prese. Sperimentando specifiche tecniche si potranno capire meglio questi concetti.

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8. Gli avversari sono tutti differenti

Una “forma” o “taolu” o “katà” altri non sono che combattimenti simulati immaginando un confronto con uno o più avversari. Ovviamente, nella realtà i possibili avversari non saranno tutti delllo stesso livello di abilità e differiranno sicuramente per caratteristiche fisiche come statura, peso, lunghezza degli arti, potenza,agilità ecc… quindi la prima parte del combattimento deve essere per forza improntata sullo “studio” dell’avversario, non attaccando nell’immediato ma cercando di capire attraverso qualche “finta”, dal come si muove , dalla sua guardia, o se ostenta ira o tranquillità se è a conoscenza di tecniche di boxe o di arti marziali. Ricordiamoci bene che non sappiamo mai chi ci troviamo di fronte! Potrbbe essere uno sprovveduto nella lotta ma essere armato! Se non è altrimenti possibile, evitare qualsiasi tipo di scontro!

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9. Difficilmente tutte le tecniche sono applicabili

Le tecniche hanno varie applicazioni. lo studio delle applicazioni deve considerare il contesto di applicabilità riconoscendo gli scenari nei quali l’efficacia c’è o manca. Sicuramente lavorare le forme ed applicarle su più contesti rende le innumerevoli applicazioni della medesima ancora più istintive. Più la risposta del corpo è istintiva è meglio sarà ed è proprio quello che ogni bravo marzialista o sportivo cerca..

sincerita

10. Formule magiche? non esistono segreti, solo con tanto allenamento “sudore” e pazienza si ottengono risultati e si diventa forti

Spesso si sente la frase “sfruttare la forza dell’avversario”. Ancora una volta si parla di principi. esistono metodi di esecuzione delle tecniche che diminuiscono notevolmente l’incidenza che la forza fisica ha nell’esito del combattimento. maggiore sarà l’abilità nell’esecuzione, maggiore sarà la possibilità di uscire vincitori dal confronto con un avversario molto più grosso di noi . Citando il principio “’yin yang” dell’alternanza di tutte le cose, pareremo un colpo usando il “morbido” e quando colpiremo lo faremo in modo  “duro”,  tenendo sempre in considerazione i concetti di pieno e vuoto, altri aspetti fondamentali del combattimento ma di cui si parlerà un altra volta.

I corsi di difesa personale ed arti marziali “8 Dragoni” di Parma sono rivolti sia ad adulti che a bambini..